Dal raccontare al passato, e dal presente che mi prendeva la mano nei tratti concitati, ecco, o futuro, sono salita in sella al tuo cavallo. Quali nuovi stendardi mi levi incontro dai pennoni delle torri di città non ancora fondate? quali fiumi di devastazioni dai castelli e dai giardini che amavo? quali impreviste età dell'oro prepari, tu malpadroneggiato , tu foriero di tesori pagati a caro prezzo, tu mio regno da conquistare, futuro...
Italo Calvino da " Il cavaliere inesistente" (1959)
Il regno da conquistare: il futuro come istante che valica con nostalgia a metà tra il passato in bianco e nero e l'ora "inquetudinale". Un riquadro sfumato, eccessivamente post-espressionista, tardo avanguardista.
Poi il dopo, ciò che sarà, ciò che verrà: un dubbio sul lastrico della disperazione, un interpretazione senza accento di colori.
Una trasparenza senza sicura, solo l'interrogativo al posto dell'esclamativo.
A caro prezzo paghiamo il presente per un terreno futuro che mantiene la sua stabilità sull' incertezza. Raccontare ciò a cui stiamo sopravvivendo è questione difficile, allora ripariamo le nostre dita sotto le architetture mal progettate.
Una risoluzione comoda alquanto astratta, ma ci accomodiamo senza lasciare traccia, tutto sembra svanire sopra i nostri stessi passi.
Pensare al futuro, meglio pensare al presente coniugato al passato.
Poi il dopo, ciò che sarà, ciò che verrà: un dubbio sul lastrico della disperazione, un interpretazione senza accento di colori.
Una trasparenza senza sicura, solo l'interrogativo al posto dell'esclamativo.
A caro prezzo paghiamo il presente per un terreno futuro che mantiene la sua stabilità sull' incertezza. Raccontare ciò a cui stiamo sopravvivendo è questione difficile, allora ripariamo le nostre dita sotto le architetture mal progettate.
Una risoluzione comoda alquanto astratta, ma ci accomodiamo senza lasciare traccia, tutto sembra svanire sopra i nostri stessi passi.
Pensare al futuro, meglio pensare al presente coniugato al passato.
Per questo la mia penna a un certo punto s'è messa a correre. Incontro a lui, correva, correva;sapeva che non avrebbe tardato ad arrivare. la pagina ha il suo bene solo quando la volti e c'è la vita dietro che spinge e scompiglia tutti i fogli del libro. La penna corre spinta dallo stesso piacere che ti fa correre le strade. Il capitolo che attacchi e noi sai ancora quale storia racconterà è come l'angolo che svolterai uscendo dal convento e non sai se ti metterà a faccia con un drago, uno stuolo barbaresco, un'isola incantata,un nuovo amore.
Italo Calvino da" Il cavaliere inesistente"
Italo Calvino da" Il cavaliere inesistente"
Nessun commento:
Posta un commento