La pioggia rompe il rumore del giorno che le mie orecchie sopportano con pazienza.
Con gentilezza sento battere dietro le mie spalle, un ritmo preciso, cadenzato, un movimento-tempo e un movimento-spazio, un cinema secondo Deleuze.
Con gentilezza sento battere dietro le mie spalle, un ritmo preciso, cadenzato, un movimento-tempo e un movimento-spazio, un cinema secondo Deleuze.
Conto i minuti della pioggia, un altro metodo per traslare le ore, per recuperare il tempo scivolato dietro al vetro dal quale osservo la città bagnata.
Un fuso orario concesso per mancanza di stagione.
Assaggio come un somelier al primo bicchiere, il sapore romantico e distratto del tempo e un retrogusto di ciliegia e mirto rimane sul palato.
Il profumo della pioggia allieta i miei sensi.
Resto con piacere a contare i passi che un uomo compie, sommo le mie pause, sottrago gli occhi dalle incertezze, moltiplico le passioni, divido le mie ore. Risultato di un' operazione che tende all'infinito, elevandosi con tristezza al quadrato alle lancette dell'orologio.
La matematica della mia anima si calcola inutimente per algoritmi e derivate, ma se le premesse non coincidono, la soluzione non sarà felice.
Infelicità di un' equazione sbagliata per una parentesi non chiusa.
Rapporto d' identità senza appartenenza.
Non ho mai capito la matematica e tanto meno me stesso. La matematica non è un opinione, me stesso invece è una continua opinione, forse credevo di trovare una soluzione adeguata.
Ma nell'appendice delle soluzioni, manca proprio il riferimento a me stesso.
Forse un errore di stampa o di distrazione, ma va bene così, il risultato sarà sempre incerto, fine a prova contraria.
Un fuso orario concesso per mancanza di stagione.
Assaggio come un somelier al primo bicchiere, il sapore romantico e distratto del tempo e un retrogusto di ciliegia e mirto rimane sul palato.
Il profumo della pioggia allieta i miei sensi.
Resto con piacere a contare i passi che un uomo compie, sommo le mie pause, sottrago gli occhi dalle incertezze, moltiplico le passioni, divido le mie ore. Risultato di un' operazione che tende all'infinito, elevandosi con tristezza al quadrato alle lancette dell'orologio.
La matematica della mia anima si calcola inutimente per algoritmi e derivate, ma se le premesse non coincidono, la soluzione non sarà felice.
Infelicità di un' equazione sbagliata per una parentesi non chiusa.
Rapporto d' identità senza appartenenza.
Non ho mai capito la matematica e tanto meno me stesso. La matematica non è un opinione, me stesso invece è una continua opinione, forse credevo di trovare una soluzione adeguata.
Ma nell'appendice delle soluzioni, manca proprio il riferimento a me stesso.
Forse un errore di stampa o di distrazione, ma va bene così, il risultato sarà sempre incerto, fine a prova contraria.
Nessun commento:
Posta un commento