martedì 12 giugno 2007

Quando si preferisce scrivere di notte

Sono abituato a scrivere di notte.
Mi è più facile confondermi. Trovo un maggiore piacere lasciandomi sconvolgere dal silenzio e dal buio che governa il mio piccolo spazio che mi è stato concesso, per grazia o per dovere, questo mi rimane in dubbio, ma lascio l'ipotesi appesa a vacillare lungo le follie della notte.
Quando il giorno si rovescia e chiude le tende lascia l'anima hai fantasmi ed a tutte le creature insieme ai misteri di Poe.
La musica cambia stile, sequenza, suono, cambia ritmo.
I tic mi aiutano a scrivere a non distrarmi, a distribuire bene il mio tempo, come se avessi una corda ben legata appena un movimento risulta azzardato, mi riprende ed io mi rimetto in riga, senza discutere. A volte i difetti aiutano a correggersi.
Ma la notte è strana con le sue bizzare cavalcate, gli appuntamenti con i sogni dentro ad un libro, gli indirizzi sbagliati, perchè la notte mi cerca ed io anche, ci cerchiamo a vicenda, ci scontriamo, ci innamoriamo e ci lasciamo,.
Una rincorsa continua dentro me stesso cercando di immaginare un immagine diversa da quelle che mi continuano a scorrere davanti, un misto portentoso di colori mescolati confusamente, disperatamente, si aggiungono e si sottraggono.
Principio di una notte che cerca la stanchezza per poter riprendere le parole in mano.
Ho sempre preferito le parole d'inchiostro che il suono delle parole.
Semplice abitudine. Ho preferito spesso il silenzio, è buon rifugio per le parole.
Non chiede mai spiegazioni.

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BLOGGARSI BLOGGAMENTE

Ogni mio pensiero apparterà a questo blog: spazio conquistato tra le mie paure e le mie incertezze. Scoprirsi in silenzio, dove nessuno mi conosce. Un velo leggero: confine labile tra il mio essere e il mio non essere. Condizione necessaria per sentirmi bloggato.