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Fuori dalla pagina del romanzo non esiste niente, se non l'attesa delle parole, la moltiplicazione degli sguardi persi nel vuoto del contenitore pieno.
L'ombra delle particolarità, spezza la luce delle disperate fughe.
Ho contato il tempo, le lancette dei secondi, che gestiscono la materia imperfetta, i minuti che tradiscono gli appuntamenti, le ore che coincidono con i nostri giorni, gli anni che giocano con i ricordi dentro ai sogni.
Nella città invisisibile sul cavallo imbizzarito, un cavaliere errante, inesistente, come un barone rampante, un eroe dimenticato.Un Don Chisciotte al rovescio, un invincibile, con il coraggio annodato bene alla gola, un poeta collaudato come un viaggiatore d'inverno, in una notte senza il sè del limite insignificante.
Appropriazione indebita di una terra che disappartiene, non ci è concesso appartenere, ma solo restare fuori dalla soglia di appartenenza. Condividere le divergenze nella logica della convergenza. Abbracciarsi nel silenzio senza far rumore.
Rientrare nelle righe per ricordare di dimenticarsi, dietro al mulino a vento della storia.
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