lunedì 7 maggio 2007

Il deserto che ho di fronte

[...] Invece camminiamo,
camminiamo io e te come sonnambuli.
E gli alberi son alberi,le case sono case, le donne
che passano son donne, e tutto quello
che è, soltanto quel che è.

La vicenda di gioia e di dolore
non ci tocca. Perduto ha la voce
la sirena del mondo, e il mondo è un grande
deserto.

Nel deserto
io guardo con asciutti occhi me stesso.

Camillo Sbarbaro "Da Pianissimo"

Il deserto che ho di fronte mi impedisce di guardare dalla finestra del sesto piano: conseguenze delle mie innumerevoli distrazioni che appunto con precisione sul piccolo taccuino rivestito di pelle nera, ruvido ai lati, sfumato al centro con la forma della tasca dei pantaloni.
Preoccupazioni leggere prima di spegnere la luce, prima della fine del film, prima dello scatto istantaneoo della macchina fotografica, solo piccole preoccupazioni nell'anticamera della notte.
Ho appena cucito i miei sogni sulla giacca che ho appeso all'ingresso della stanza, ho appoggiato il resto della spesa sul davanzale, poi ho attraversato la notte, ho sfiorato il vento e non ho resistito a guardarmi nello specchio, occhi asciutti come una distesa di sabbia sopra al mio cuore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

grandioso post!
Un abbracio
sincero

Giorgia

BLOGGARSI BLOGGAMENTE

Ogni mio pensiero apparterà a questo blog: spazio conquistato tra le mie paure e le mie incertezze. Scoprirsi in silenzio, dove nessuno mi conosce. Un velo leggero: confine labile tra il mio essere e il mio non essere. Condizione necessaria per sentirmi bloggato.