Dopo una notte mal trascorsa nessuno ci vuole bene. Il sonno sfuggito si è portato via qualcosache ci rendeva umani. Sembra che sia un' irritazione latente contro di noi, perchè fino nell'aria inorganica che ci circonda. Il fatto è che noi abbiamo abbandonato noi stessi, ed è fra noi che si tesse la strategia della sorda battaglia.
Oggi ho trascinato per strada le mie gambe e la mia grande stanchezza. Ho l'anima ridotta a una matassa aggrovigliata, e quello che sono e sono stato, che sono io, ha dimenticato il suo nome. Se ho un domani, so solo che non ho dormito e la confusionedi vari intervalli offre grandi silenzi alla mia conversione interiore.
Ah, grandi parchi degli altri, giardini abitualia a tanti meravigliosi viali di coloro che non mi conosceranno mai! Io vegeto fra veglie, come chi non ha mai osato essere superfluo, e ciò che medito trasalisce come un sogno alla fine. Sono una casa vedova, claustrale in se stessa, abitata da spettri timidi e furtivi. Mi trovo sempre nella stanza accanto, o vi si trovano loro, e sento grandi fruscii di alberi intorno a ma. Divago e trovo; trovo perchè divago. Miei giorni da bambino, anche voi con il grembiule addosso!
E in mezzo a tutto ciò cammino per la strada,pelandrone del mio vagabondaggio-foglia. Un vento lento mi ha spazzato dal suolo ed io erro come la fine di un crepuscolo fra gli avvenimenti del paesaggio. Le palpabre mi pesano nei piedi che trascino. Vorrei dormire perchè cammino. Ho la bocca serrata come se le labbra dovessero appiccicarsi. Faccio naufragare il mio vagabondaggio.
Si, non ho dormito, ma sono più a posto così, se non ho dormito non dormo. Sono veramente io in questa eternità casuale e simbolica dello stato di mezz'anima nel quale illudo me stesso. Alcune persone mi guardano come se mi conoscesseroe non mi riconscessero. Sento che anch'io le guardo con orbite avvertite sotto le palpabre che le sfiorano, e non voglio saperne del fatto che esista il mondo.
Ho sonno, molto sonno, tutto il sonno!
Oggi ho trascinato per strada le mie gambe e la mia grande stanchezza. Ho l'anima ridotta a una matassa aggrovigliata, e quello che sono e sono stato, che sono io, ha dimenticato il suo nome. Se ho un domani, so solo che non ho dormito e la confusionedi vari intervalli offre grandi silenzi alla mia conversione interiore.
Ah, grandi parchi degli altri, giardini abitualia a tanti meravigliosi viali di coloro che non mi conosceranno mai! Io vegeto fra veglie, come chi non ha mai osato essere superfluo, e ciò che medito trasalisce come un sogno alla fine. Sono una casa vedova, claustrale in se stessa, abitata da spettri timidi e furtivi. Mi trovo sempre nella stanza accanto, o vi si trovano loro, e sento grandi fruscii di alberi intorno a ma. Divago e trovo; trovo perchè divago. Miei giorni da bambino, anche voi con il grembiule addosso!
E in mezzo a tutto ciò cammino per la strada,pelandrone del mio vagabondaggio-foglia. Un vento lento mi ha spazzato dal suolo ed io erro come la fine di un crepuscolo fra gli avvenimenti del paesaggio. Le palpabre mi pesano nei piedi che trascino. Vorrei dormire perchè cammino. Ho la bocca serrata come se le labbra dovessero appiccicarsi. Faccio naufragare il mio vagabondaggio.
Si, non ho dormito, ma sono più a posto così, se non ho dormito non dormo. Sono veramente io in questa eternità casuale e simbolica dello stato di mezz'anima nel quale illudo me stesso. Alcune persone mi guardano come se mi conoscesseroe non mi riconscessero. Sento che anch'io le guardo con orbite avvertite sotto le palpabre che le sfiorano, e non voglio saperne del fatto che esista il mondo.
Ho sonno, molto sonno, tutto il sonno!
F.Pessoa da Il libro dell'inquietudine
La stanchezza non mi lascia commentare, sfioro il sonno e con esso mi riconosco nel mio non riconoscermi. Eisiste il mondo, esso vive nel mio sonno. Mi lascio dormire, preferisco non pensare. Preferisco ritardare, per non inciampare dentro ai miei sguardi con gli occhi chiusi.
1 commento:
una persona che porta il tuo stesso nome tanti anni fa scrisse di vedere molto di più ad occhi chiusi.
Di cognome faceva De Chirico.
Ed è proprio così.
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