La città per chi passa senza entrarci è una, e un'altra per chi ne è preso e non ne esce; una è la città in cui si arriva la prima volta, un'altra quella che si lascia per non tornare; ognuna merita un nome diverso; forse di Irene ho già parlato sotto altri nomi; forse non ho parlato che di Irene. L'altrove è uno specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è suo scoprendo il molto che non ha avuto e non avrà.
Italo Calvino da "Le città invisibili"
Uno specchio su cui vedersi al contrario, non riconoscersi, credere di non essere ciò chi mi sta guardando. Sono nel io del mio io, credo che oggi sia un giorno in cui sarebbe preferibile appoggiarsi e dormire, i sogni stancano da svegli, di notte si conservano nel vento dell'assenza. Altrove,dentro il cerchio dell'altro-(ve), nessun altro,tranne altro da te. Un gioco che crea confusione, quando gli uni si moltiplicano e i molti si dividono, cosa rimane se non un pò di altro da me.
La città inivisibile nel senso di un nome diverso, di un pretesto per coniugare il mio tempo all' altro. Una finzione che gioca nel labirinto del mio cuore.
Un giorno vedrò anche io la città con il mio nome.
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