venerdì 6 luglio 2007

Una fuga dentro la parola

Scrivere come rincorrere le parole senza fiato, prenderle per la coda, tirarle il collo, straziarle fino a sentire la loro pena, la loro sofferenza di pesare sull'inchiostro.Dietro le porte della notte,il taccuino di pelle nero posto sul davanzale vicino alla finestra si gonfia di storie e di ingombri.
Bisogno incessante di svuotare il giorno e riempire la notte. Un contenitore di sogni e segreti.

Non c'è nessuno tranne me stesso, il contrario di tutto.
Cerco di sfuggire, di tapparmi le orecchie per essere partecipare alla scrittura, cerco di tradurmi, di trasporarmi dietro l'orizzonte. Un cerchio alla testa e non ricordo di saper scrivere, ma sicuramente riesco a contare il battito delle parole: la mia bussola quando sono lontano.
Leggerezza dell' inchiostro in un giorno in cui ho perso il vizio della scrittura, ascolto solo le parole che mi urlano dietro come cani randagi che mi inseguono.
Una fuga dentro la parola. Mi sento un clandestino tradotto male, un libro iniziato dalla fine.

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BLOGGARSI BLOGGAMENTE

Ogni mio pensiero apparterà a questo blog: spazio conquistato tra le mie paure e le mie incertezze. Scoprirsi in silenzio, dove nessuno mi conosce. Un velo leggero: confine labile tra il mio essere e il mio non essere. Condizione necessaria per sentirmi bloggato.